Centri estivi e oratori, la proposta del CSI Toscana

14-06-2020 00:01 -

Centri Estivi "Toscana Oggi"-Simone Pitossi- Intervista al presidente regionale del Centro sportivo Carlo Faraci.
«Safe Sport» è un aiuto che viene proposto alle parrocchie «per riprendere le attività di oratorio, offrire ai più giovani un'esperienza educativa e sostenere le famiglie in questi mesi di ritorno a una vita sociale»

La proposta del Csi: un'estate sicura e divertente per i ragazzi
L'emergenza sanitaria ha colpito duramente il mondo dello sport. Soprattutto quello di base, con la sua vitalità e le sue associazioni. Ma, anche nei momenti di massima crisi, c'è chi rialza subito la testa a si mette a disposizione delle comunità con le proprie competenze. È il caso del Csi che in Toscana conta una presenza capillare negli oratori e nelle parrocchie della diocesi. E, oltre allo sport come attività fisica, è da sempre attento alla formazione dei ragazzi. Il presidente Carlo Faraci sottolinea che «questa pandemia ha colpito la vita delle persone, l'economica, la politica e la visione di una diversa socialità. Il mondo dello sport, le società
sportive, le realtà associative hanno subito pesanti conseguenze. Tutto questo impone una riflessione sul futuro e il cambiamento
dello stile di vita».
Presidente, il Csi però non arretra e continua a proporre il proprio metodo educativo...
«Il Centro sportivo italiano nel panorama socio sportivo del nostro Paese, da 76 anni ha sostenuto e continua a sostenere la pratica sportiva intesa come desiderio di educazione e socializzazione al servizio delle diverse comunità (parrocchie, oratori, società sportive, gruppi spontanei) dove opera efficacemente attraverso una concreta proposta di sport, attività motoria, percorsi per la salute, iniziative per disabili. La culla del disegno educativo è da sempre la Società sportiva di base, vera fucina educativa sul territorio. Nel tempo si sono affiancate altre realtà (piscine, palestre, grandi impianti) anche queste sulla stessa lunghezza d'onda di partecipazione, socializzazione, servizio sociale. La ripartenza di tutte queste attività sarà difficile ma noi del Csi non possiamo non trovare speranza e forza nella nostra storia».
Traete la vostra forza anche dalla storia che avete alle spalle e che può illuminare il vostro cammino oltre il tunnel del coronavirus? «Sì. Non dobbiamo dimenticare infatti che quando la guerra non era ancora terminata e le bombe continuavano a imperversare, alcuni pionieri, con il mandato di Papa Pio XII, si riunivano per fondare il Centro sportivo italiano, associazione di promozione umana attraverso lo sport e futuro punto di riferimento, in primis, delle realtà parrocchiali e poi dell'intera società civile. E di lì a pochi anni il Csi divenne il più grande e diffuso ente di promozione sportiva italiano. È in virtù di questa storia, di questa esperienza che questa “ripartenza”, questa “ricostruzione” non può che ripartire da dove tutto è iniziato, ossia la parrocchia e i centri estivi, che non potevano, per ovvi motivi avere le caratteristiche di quelli tradizionalmente organizzati dalle parrocchie e dalle stesse società sportive. Ma, nel contempo, non potevamo non
dare uno sguardo a come prevedere la ripartenza da settembre in avanti, consapevoli che almeno quest'anno il Csi, come le altre associazioni sportive, non avrebbe potuto programmare le attività che era abituato a svolgere».
E quindi cosa avete deciso di proporre alle comunità della Toscana?
«Il Csi è stato sempre precursore strade nuove, ma questa volta la sfida che ci si presenta è davvero ardua. Abbiamo elaborato “Safe Sport” il progetto è un aiuto a intravvedere le possibilità in questo tempo di pandemia per riprendere le attività di oratorio, offrire ai ragazzi un'esperienza educativa e sostenere le famiglie questi mesi di ritorno a una vita sociale. Il Csi offre un pacchetto per avviare i centri estivi: è una proposta assolutamente innovativa per la quale ci siamo avvalsi della collaborazione della Sezione di Igiene del Dipartimento Scienze della vita e della sanità pubblica dell'Università cattolica di Roma e di J Medical. Con questa proposta intendiamo affiancare al distanziamento fisico un riavvicinamento sociale. Il progetto intende proporre attività sportivo- ricreative che, in certi casi, prendendo lo spunto dalle discipline tradizionali».
E quindi avete allargato il vostro programma anche ai tradizionali centri estivi?
«È proprio così. Una sezione del progetto “ Safe Sport Summer” è riservato ai centri estivi, alla loro organizzazione in sicurezza, al tipo di attività proposta, alla formazione degli animatori e dei volontari, alle coperture assicurative anche a salvaguardia di chi ha la responsabilità della gestione».
Quest'anno, a causa delle regole stringenti, molte parrocchie sono in difficoltà. Voi cosa rispondete? «Sappiamo delle legittime preoccupazioni di presidenti dei gruppi sportivi parrocchiali, dei parroci o di coloro che sono chiamati a coordinare la gestione dei centri estivi. Il Csi nel progetto ha cercato di dare conforto e risposte a queste preoccupazioni. Ne voglio citare almeno due, che nel panorama sportivo e associativo non trovano riscontro in Italia. Abbiamo affiancato alla copertura assicurativa ordinaria, anche quella per rischio “Covid” (a tutela delle famiglie, degli operatori e dei responsabili dei centri estivi) e la responsabilità civile (a tutela dei presidenti dei gruppi parrocchiali e degli organizzatori dei centri) prevista con l'affiliazione al Csi».
C'è poi anche la questione della formazione degli educatori. Cosa proponete?
«Naturalmente parte importante sarà riservata alla formazione degli operatori e degli animatori. Gestire un centro estivo è una grande responsabilità verso le famiglie e soprattutto verso i ragazzi. Allora la formazione dovrà essere adeguata, non ci si improvvisa educatori. Le disposizioni normative impongono la formazione per la prevenzione Covid. Noi la svolgeremo ai più alti livelli avvalendosi di docenti dell'Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma. Ma con la stessa attenzione svolgeremo la parte formativa per gli animatori e volontari, con docenti della scuola tecnica nazionale del Csi e della scuola regionale del Coni».
Anche l'emergenza, allora, può essere un'occasione da cogliere? «Da una situazione di grande criticità e di emergenza, potremo riscoprire con nuove regole, nuovi giochi e innovative esperienze, e nuove modalità di stare insieme, rispondendo in modo concreto e anche entusiasta, all'invito dell'Ufficio della pastorale giovanile nazionale a rimanere “aperti per ferie”. E a questo proposito, approfitto, per ringraziare per la disponibilità e il sostegno il vescovo delegato per la Cet mons. Paolo Giulietti e il responsabile regionale della pastorale giovanile don Renato Barbieri».

Tante idee da sviluppare per i nuovi operatori dei Grest
Il progetto «Safe Sport Summer» del Centro sportivo italiano, grazie a schede tecniche progettate ad hoc, offre la possibilità di attivare una serie di mini camp per varie discipline, rispettando il rapporto adulti - minori, differenziato per fasce di età.
L'OFFERTA PER LE PARROCCHIE
Ogni camp è strutturato per un numero specifico di 7 bambini in caso avessero un'età compresa tra i 6 e gli 11 anni e di 10 adolescenti nel caso i partecipanti abbiano un'età compresa tra i 12 e i 17 anni. Ciascuno è diviso per tipologia di sport e sviluppa attività per una settimana. Nel progetto Safe Sport Summer, attraverso alcuni laboratori proposti e le parole di alcuni testimonial è possibile affrontare numerosi temi: la relazione con l'altro – la resilienza – la fatica – il sogno – la regola – la tenacia – la squadra. Le proposte sono tutte
modulabili: a ogni organizzatore, sia esso una società sportiva, un comitato Csi o una parrocchia-oratorio, è lasciata la libertà di gestire e promuovere l'attività come preferisce e secondo le necessità e le richieste di ciascun gruppo.
UNA TESSERA CHE ASSICURA IL RISCHIO
C'è un premio importantissimo. A portata di mano. Nell'ambito del progetto «Safe Sport», infatti, il Csi propone la nuova tessera Cre, dedicata ai centri ricreativi ed estivi, include, tra le garanzie assicurative anche l'indennità per malattia da Covid- 19.
SAFE SPORT È ANCHE FORMAZIONE
Formazione e aggiornamento di operatori, animatori, educatori, allenatori, qualificando le competenze necessarie, emanate nelle Linee guida Covid-19, per l'apertura in sicurezza dei centri estivi, oratori, attività ludica e la ripresa degli allenamenti dello sport di
base. Il Centro sportivo italiano ha impiegato i massimi esperti per la formazione, avvalendosi dei docenti dell'Università Cattolica di Roma, medici dello sport di J Medical, e di formatori nazionali Csi e Coni, per l'area associativa, psicopedagogica, tecnica e metodologica.
LE ISCRIZIONI AL CORSO
Iscrizioni aperte al Percorso di formazione regionale organizzato dal Csi Toscana Academy, per il conferimento della qualifica di Educatore Sportivo Safe Sport Covid-19 e Safe Sport Play centri estivi e sportivi e per il conseguimento della qualifica 1° livello di Educatore sportivo Csi Safe Sport riconosciuto dal Coni. Il 15, 16, 18 giugno corso di formazione gratuita online (percorso 1° Livello Educatore Sportivo CSI riconosciuto dal CONI). Le tematiche: area associativa, psicopedagogica, tecnica e metodologica.


Fonte: Miranda Parrini CSI Toscana